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Partire, unica e sola priorità. Dopo tre mesi di lavoro e d’isolamento è l'unico obiettivo che si cerca di perseguire.
C'è chi scrive sul blog per informare gli amici, chi lavora online ad articoli, chi cerca svago in piccole escursioni, e chi stanco e sconsolato vivacchia al ritmo blando della base. Si attende la sera per vedersi alle spalle un altro giorno, per la gioia di una risata in compagnia di una birra e di qualche amico dietro la stecca da biliardo.
Dovevamo partire il 4 gennaio ma prima il maltempo, poi un guasto grave al C17 hanno bloccato i transiti da Christchurch a McMurdo costringendo tutti ad un inatteso e forzato ulteriore soggiorno. Forse partiremo domenica 7 gennaio, con conseguente perdita del volo di rientro in Italia.
Noi italiani stiamo tentando in questo frangente di contattare il Programma Nazionale di Ricerca in Antartide per trovare un volo alternativo posticipato, speriamo tutti nella buona notizia di un lieto rientro.
Nel frattempo scrivo queste poche righe per riempire l’ormai consueto diario e per rendere partecipi gli amici del proseguo dell’avventura.
Una curiosità, mi è capitato domenica di bere un cocktail eccezionale, il più “antico” mai visto: un ottimo Margarita con ghiaccio polare. Carote di ghiaccio purissimo ricco di bolle d’aria, estratte a 300-400 metri di profondità in strati antichi circa 100.000 anni, ormai utilizzate per la campionatura, hanno vivacizzato tequila e lime per il piacere del palato. Spettacolo.

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