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CONDITION 2


Il calendario di volo degli elicotteri scandisce i tempi di lavoro determinando la quantità di carote che giornalmente giungono in base. Oggi è domenica, o lunedì…Vivere la notte a cavallo delle giornate per giunta con luce continua, non aiuta di certo ad orientarsi nel tempo. Sta di fatto che la domenica gli elicotteri non volano, quindi l’appuntamento serale con la quotidiana dose di carote è saltato. Si lavoricchia nei laboratori tirando mattina, comunicando a casa o rifugiandosi in qualche occasionale hobby appositamente portato per lo scopo.
Mentre scrivo, da ore, una nevicata tranquilla avvolge la base dando un sentore natalizio che da anni non respiravo. Parlando tra italiani, il veterano di turno mette in guardia: “In Antartide è normale che dopo una bella e consistente nevicata, si alzi un vento infernale che spazza via tutto bloccando ogni attività. Se l’intensità la si può immaginare, non si può certo prevedere la durata, qualche ora o qualche giorno”. Il vento è iniziato.
La visibilità è inferiore ai 10 metri, il vento ulula e soffia senza una vera ne stabile direzione con un’intensità che giuro di non aver mai visto. La polvere bianca sfreccia davanti agli occhi impedendo ogni tipo di orientamento. La bufera è impressionante, in un attimo le condizioni meteo sono mutate facendo ritornare alla mente i preziosi insegnamenti del corso d’addestramento o le spaventose condizioni cui sono stati sottoposti i grandi esploratori polari.
Da uno studio una radio gracchia un messaggio per gli operatori attivi di notte: “Condition 2, McMurdo in Condition 2”. Significa vento, scarsa visibilità e consiglia di evitare qualsiasi uscita.
In queste condizioni nessun elicottero potrà mai alzarsi dal suolo, questo potrebbe portare ad uno stop forzato dei lavori con un accumulo di materiale estratto nel drill site, sperando che il campo non corra pericolo di sgombro improvviso. Certo in base ci si sente al sicuro ma in questo caso per esempio, nessuno può lasciare un edificio per passare in un altro. Pur con queste condizioni di protezione però la sensazione generale è di rapimento, come in balia di eventi naturali che si tende generalmente a sottovalutare ma che in realtà sono sempre in agguato.
Scarico la tensione scrivendo e percorrendo di continuo i corridoi del Crary lab, un edificio labirintico a tre piani non sovrapposti, come una scala, l’ultimo dei quali è una biblioteca enorme con vetrate molto grandi affacciate sul Mare di Ross. Da qui lo spettacolo è disarmante. La catena di montagne che fronteggia la base è invisibile, il vento sfilaccia le bandiere della sede della National Science Foundation dando una sensazione di imminente pericolo. La temperatura esterna si è abbassata di almeno 30 gradi, portandosi a -50 dai -15 di qualche ora fa.
Attendiamo tutti quanti un po’ in apprensione ed in silenzio, quasi a contemplare, sottomessi, che l’Antartide interrompa il proprio sfogo di rabbia.
Mentre pubblico il post sono già trascorsi due giorni di tormenta...

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