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Ritornare dall'Antartide e ritrovarsi Neanderthal

è, questo mio libro, un'idea nata all'improvviso, come una fiammella scatenata da braci che latenti sono rimaste molto tempo quiete sotto la cenere. Due missioni scientifiche in Antartide, il naturalista che indaga e che scopre l'ambiente polare per circa 6 mesi e poi il ritorno, nel caos della nostra società, dopo costrizioni estreme e l'acquisizione di nuove abitudini. Il ritorno alla normalità caratterizzato da una fuga continua, ogni news un nuovo problema; riorganizzare la vita? Uno stress dal quale fuggire, il cellulare come una pistola pronta a sparare ad ogni squillo. Perchè tutto questo? Pechè l'Antartide è unico. Il silenzio e gli spazi infiniti insegnano ad ascoltare i ritmi della natura: il sole che oscilla all'orizzonte, il ghiaccio che si fonde per qualche ora e poi risolidifica, i pinguini che arrivano a dicembre, lo skua che atterra in base all'ora di pranzo. Si impara ad ascoltare la natura e si comprende di esserne intima parte. Lo skua arriva perchè tu sei lì ad offrirgli il cibo, il sole ruota indicandoti lo scandire del tempo, l'ambiente che cambia, i pinguini che si spostano quando la temperatura s'innalza, sono segnali che si comprendono e che significano per l'uomo ciò che all'uomo serve, che serve ad andare avanti, a sopravvivere. Ma questo non è il motivo per il quale si manifestano.
L'uomo che impara a procacciarsi in cibo, a fare provviste, a migrare, a trovare un riparo, l'uomo che incontra propri simili, che conosce nuovi individui, che acquisisce nuove culture, nuove tradizioni, che si sposta dalle montagne alla pianura perchè il clima glielo impone, lui che segue i mutamenti ambientali perchè parte integrante di un ecosistema, non spettatore superpartes, ma tassello di quello splendido, meccanico, mosaico che è la natura.
Una natura che non è il risultato di un progetto, ma il frutto di un'evoluzione della vita, della sua complessa interazione col pianeta Terra che, nel corso di 4 miliardi e mezzo di anni di storia è infinitamente mutato ma che l'uomo, autocelebrandosi suo malgrado, considera, pur essendone ospite da poco meno di 2milioni di anni, creato a propria disposizione.
Una visione antropocentrica, superficiale, vecchia quanto la nostra specie, che un'ora trascorsa in cima al monte Discovery affacciati sulla baia di McMurdo, o sul crinale dell'Appennino assieme a Pàus, può aiutare a comprendere e.... superare.

"Ritornare dall'Antartide e ritrovarsi Neanderthal"
Davide Persico, 2010. (
16€)
Ed. Il Simposio delle Muse - Crema (CR)
www.ilsimposiodellemuse.com

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