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PROBLEMA GEOLOGICO:

Nella formazione pedeappenninica piemontese ed emiliana, dall'astigiano al bolognese, vi è una formazione geologica costituita da sedimento ricchi di ossidi di ferro (Loess?), di colore rosso, caratterizzato dalla presenza di ciottoli fluviali di diaspro rosso-arancione-marrone, resti di legno silicizzato, ciottoli di quarzite e agata, nonchè abbondanti ciottoli nummulitici, anch'essi di silice.
Quale è il problema geologico in esame? Capire da dove provengono geologicamente questi ciottoli.
Sull'Appennino non vi sono formazioni rocciose silicizzate dalle quali ipotizzare una provenienza.
Alcuni di essi sono stati individuati in posto alla sommità delle sabbie gialle di Castell'Arquato, mentre nel pedecollinare vi si trovano risedimentati, probabilmente ad opera di ghiacciai.
Se ne trova traccia in letteratura soltanto in una pubblicazione, datata 1819, ad opera di Giuseppe Cortesi.
Da allora più nulla. Nessuno riesce a ricostruirne o ad ipotizzarne la provenienza.
Quali sono gli aspetti certi del problema?
1) Sono tutti resti silicizzati (per creare i quali deve necessariamente essere intervenuto un fenomeno vulcanico?);
2) Sono ciottoli fluviali o resti silicizzati fluitati (trasportati e sedimentati da un fiume?);
3) Le nummuliti riportano a sedimenti eocenici, i ciottoli sono stati trasportati al termine del Pliocene;
Da dove provengono questi resti?
Ipotesi:
A) Da formazioni alpine che sottoposte ad erosione sono state frantumate e trasportate fino sul lato opposto della Pianura Padana dai fiumi mentre l'Appennino cominciava ad innalzarsi;
B) Da qualche formazione appenninica eocenica profonda, della quale soltanto scarsi affioramenti sono stati sottoposti ad erosione, trasporto e sedimentazione.

Si accettano spunti, suggerimenti, notizie in merito. Grazie.

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