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REGRESSIONE NEOTENICA

PARMA, 16-gennaio 2007

E’ trascorsa una settimana dall’arrivo a casa, mai avrei pensato che il rientro potesse essere tanto traumatico quanto la partenza. Dopo tre mesi di costrizioni estreme e di nuove abitudini, il ritorno alla normalità è come un'"involuzione" che riporta a cercar riparo sugli alberi ma che in realtà è un ulteriore graduale passaggio. Ogni news è un nuovo problema, riorganizzare la vita è uno stress dal quale si vorrebbe solo fuggire. Il cellulare è una pistola pronta a sparare ad ogni squillo.
Ieri sera il primo incontro pubblico al museo, centinaia di persone accorse ad accogliermi incuriosite dal bagaglio di immagini portate a casa dall’Antartide. Un affetto smisurato che mi ha riempito di gioia. Vedere tante persone che ogni venerdì accorrevano ad accaparrarsi una copia del quotidiano con il mio articolo, oppure che chiamavano casa per avere l’indirizzo corretto del blog pubblicato male dal giornale, ha contribuito ad infondere in me coraggio è maggiore volontà di osare come nulla altro avrebbe potuto scatenare.
Sono orgoglioso di aver radici in questo piccolo paese, ricco di contraddizioni, screzi e banalità, ma che si sa ricompattare di fronte alle difficoltà e nell’appoggio di un concittadino che grazie alle proprie azioni si mette in luce portando il piccolo paese alla ribalta internazionale. Ripensando a tutto quanto accaduto in questi anni, e tracciando un bilancio dare/avere, credo di aver ricevuto molto da San Daniele Po, ma credo anche di aver dato qualcosa di buono a questo paese. Vedo gente che si è appassionata alle scienze naturali, un museo che è diventato meta domenicale per un bel gruppo di amici, incontri che sono il pretesto per scambi culturali, gente che cerca consigli naturalistici, che porta serpenti orrendamente ammazzati, notizie di ritrovamenti di ossa di delfino nel Po, cristalli generati dalla pipì di cammello e stramberie disparate. Curiosità divertenti, risultati concreti, pubblicazioni scientifiche, scolaresche appassionate e molto, molto altro consentono a San Daniele di ritagliarsi un posto di privilegio nel territorio. Ormai conosco gente da tutto il mondo, persone poco prima sconosciute, con le quali mantengo contatti periodici, dall’Alaska all’Argentina, dall’Azerbaigian agli Stati Uniti, per passare attraverso ogni stato europeo e qualche stato africano. Un collega in Cina, qualcuno in Giappone e tutti quanti che bazzicano virtualmente nel museo, per un’occhiata alle novità o semplicemente per lasciare un gradito saluto. In tutte queste persone San Daniele Po è ormai una realtà conosciuta, il piccolo paese dove passione e volontà possono generare interessanti sorprese.

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