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Da Wikipedia: Il collezionismo è un hobby che consiste nella raccolta di oggetti di una particolare categoria. Le collezioni sono spesso molto ben organizzate, catalogate ed attrattivamente esposte.
Alcuni collezionisti scelgono di focalizzarsi su di un particolare aspetto di un'area più ampia, come ad esempio i francobolli del XIX secolo o le monete in oro. Altri preferiscono collezioni più generali, come francobolli o monete di tutti i paesi del mondo.
In molti dei settori più comuni del collezionismo vi sono anche commercianti specializzati che trattano gli oggetti da collezione, ma anche raccoglitori, cataloghi ed altri strumenti utilizzati dai collezionisti. Molti di questi commercianti hanno iniziato come collezionisti, trasformando poi il loro hobby in una professione.


Come definizione, seppur generalista, risulta completa e esauriente.
Ma ogni collezionista la troverebbe assolutamente sterile e priva di quel romanticismo che caratterizza la passione di raccogliere oggetti. Ogni categoria, ogni tipologia di oggetto, animale, vegetale, organico, inorganico, artificiale, naturale, può essere collezionato. Perché? Da che cosa nasce questa voglia? Non credo che voglia sia il termine corretto. Io la definirei, necessità, esigenza, passione, …..ma qualunque non-collezionista potrebbe dire che non è un’esigenza ma una semplice volontà della quale si potrebbe facilmente fare a meno. Non è così.
Un collezionista nasce con questa esigenza, la sente dentro fin da bambino mossa da una curiosità che solo la necessaria eccessiva quantità può soddisfare. Intendiamoci, non è la necessità di possedere, ma l’esigenza di porre ordine nelle cose che fa muovere un collezionista attraverso quest’interminabile spirale di ricerca che non si conclude mai ma che continua per tutta la vita.
E poi? E poi si vive con la consapevolezza che il lavoro di un’intera vita potrebbe venir reso vano da qualche incurante successore o da gente senza scrupoli che nutre ben altri interessi sugli oggetti raccolti, così si tende ad impiegare la parte finale dell’attività collezionistica nella ricerca sicura e certa per la propria creatura, quell’infinita raccolta che ai più sembra soltanto figlia di manie possessive e fine a se stessa.
Qualche giorno fa, sono stato ospitato a casa di una colta Signora che ha vissuto col marito una vita caratterizzata da ricerche e collezioni. Di fronte alle ordinatissime vetrine stracolme di oggetti preziosi, ho ascoltato racconti sulla provenienza degli oggetti, su informazioni artistiche, preziosi ricordi legati ai momenti degli acquisti e centinaia di nozioni provenienti dalla certosina documentazione raccolta in relazione agli oggetti ritrovati. Dopo oltre un’ora di piacevolissima discussione, ricca di aspetti comuni, la signora, malinconicamente mi chiese….” Ma ne è valsa la pena?”.
Ho imparato più in un’ora di discussione con questa persona di quanto non avessi mai imparato in una intera vita sulla storia ed il significato di questi oggetti, quindi “si”, le risposi, “ne è assolutamente valsa la pena”.
Una collezione non è un arrivo, un traguardo. Per un collezionista è il punto di partenza, la fonte materiale dalla quale partire per ogni ricerca, documentazione, informazione, divulgazione, discussione. Intorno ad ogni oggetto gravitano nozioni di ogni genere, e l’hobby vero e proprio, mosso dall’inesauribile e innato motore della curiosità, è proprio la ricerca, l’arricchimento culturale che nasce dalla raccolta ma che spazia sui libri, sui giornali, nella rete, nelle persone, nella natura, nella casualità di un mercatino improvvisato ma anche nella sterile e “comoda” raccolta da edicola.
E allora collezionare conchiglie, rocce, monete, francobolli, sabbia, auto d’epoca, modellini, soldatini, fossili, oggetti naturalistici, animali, vegetali, libri, stampe ecc., trova sotto sotto qualche aspetto comune. Link come ad esempio libri che parlano di fossili, fossili provenienti da aree geografiche descritte in qualche mappa, informazioni sulle aree di provenienza, sugli oggetti, su chi li ha costruiti, su come e su perché sono stati fatti. Perché si trovavano in quelle aree, come ci sono arrivati, come sono finiti nelle nostre mani, quale casualità ne ha governato il destino fino al momento in cui un’etichetta dettagliata ha accompagnato la dimora nel cassetto del mobile appositamente adibito.
La mia collezione la esploro ogni giorno, ed ogni contatto è fonte e spunto di documentazione e la massima soddisfazione è il ritrovamento di collegamenti inattesi ricavati però saggiamente attraverso una “del tutto personale” ricerca culturale.
Collezionare non è raccogliere ma soddisfare la necessità di provare piacere nel vedere, toccare, imparare e divulgare.

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