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Visualizzazione dei post da 2011
"Le scoperte più importanti si fanno nei cassetti dei musei" (S.J. Gould)

TROCO tra Burian e Jobs

( Lucius , Troco, 2011) Emiliano Troco è il nome d’arte di un giovane paleoillustratore veneto, un interprete figurativo del passato. Più volte, Emiliano, ha tentato di spiegarmi la provenienza del sostantivo adottato come cognome, raccontandomi una storia della sua infanzia con protagonista l'illustrazione di una conchiglia, ma il contesto nel quale ci siamo incontrati e gli innumerevoli argomenti sui quali conversare hanno ingenerato in me la caduta di quella spiegazione, probabilmente per mia distrazione o forse anche perché non era poi così importante, esattamente come non è importante il modo in cui Troco generalmente si presenta. Per Troco non ha alcuna importanza presentarsi ad un convegno o ad una mostra nei panni dell’artista che sottostà ad un aplomb predefinito. Troco è semplicità apparente, come una porta di campagna non curata ma robusta, di legno massiccio, capace di chiudere a chiave l’ingresso di un giardino rigoglioso, tropicale, ricco di biodiversità, di specie v

Cristalli di quarzo per la produzione di manufatti preistorici

Cuspide di freccia (Mauritania(?)) Qualche anno fa mi sono imbattuto, cercando cuspidi di freccia al Mineral Show di Bologna, nella punta (purtroppo incompleta) riportata nella foto di sopra. Si tratta di un incredibile manufatto, proveniente dalla Mauritania (provenienza non completamente verificata), ottenuto scheggiando un cristallo di quarzo ialino. Pochi giorni fa, con le stesse modalità, ho ritrovato tra manufatti neolitici della Mauritania, un cristallo di quarzo staccato dalla base e scheggiato volontariamente sulla punta. Le due fratture concoidi contrapposte dimostrano inequivocabilmente che il cristallo è stato scheggiato al fine di staccarne delle schegge da ritoccare successivamente. Sorgono spontanee quindi alcune domande: era pratica diffusa utilizzare questo tipo di materiale estremamente duro e difficile da lavorare? Il quarzo veniva impiegato solo in rare occasioni con precisi scopi? Gli utensili per la scheggiatura ed il ritocco erano i medesimi utilizzati per la se

Intrecci archeo-paleontologici 2

Altri interessanti esempi di intrecci archeologici e paleontologici o zoologici, possono essere rappresentati dalla "ceramica cardiale", una facies archeologica neolitica caratterizzata dallo stile della sua decorazione, ottenuta mediante l'impressione della conchiglia del mollusco Cardium edulis . La sua diffusione fu nel bacino del Mediterraneo, dalle coste levantine a quelle occidentali della Spagna. Nel Po, nel corso degli ultimi 10 anni, sono stati rinvenuti numerosi frammenti di ceramica impressa ascrivibile all'industria cardiale, inoltre numerose valve fossili di di Cardium e Glycimeris risultano presenti sulle barre di meandro a valle delle foci degli affluenti parmigiani e piacentini. E' possibile quindi che, in passato, coloro che impressero quella ceramica, si fossero avvalsi dei fossili pliocenici/pleistocenici presenti nel Po. Cardium edule Ceramica cardiale Ceramica cardiale Ceramica cardiale

Intrecci archeo-paleontologici

Sulla ceramica preistorica impressa, capita a volte di ritrovare tracce ornamentali ottenute mediante l'uso di resti di organismi. Un esempio di recente scoperta è certamente il frammento di ceramica rinvenuto presso un sito cremonese, caratterizzato da file di impressioni puntiformi esagonali. Una lampante intuizione ha permesso di stabilire che tali impressioni sono state ricavate mediante l'utilizzo di conchiglie di scafopode ( Dentalium sexangulare ), abbondante allo stato fossile nel basso Appennino parmense e piacentino e spesso impiegato nella costruzione di collane e monili. Esempi di intrecci archeologici e paleontologici sono rari solo all'apparenza. Questi ritrovamenti sono certamente motivo di approfondimento di una ricerca che verrà comunicata periodicamente sull'anellomancante. Dentalium sexangulum e corrispondenti impressioni su ceramica

MUSEO PALEOANTROPOLOGICO DEL PO

Ha aperto ieri, 6 novembre 2011, il nuovo "Museo Paleoantropologico del Po" di San Daniele Po (CR). In una umida giornata novembrina, in una sala conferenze gremita ed insufficiente per ospitare il folto pubblico accorso, si è descritto, quindi mostrato, il nuovo museo. Quattro sezioni espositive (Sezione verde, sezione gialla, sezione azzurra, sezione dei fossili della Terra e Laboratorio didattico) atte ad ospitare studenti, appassionati o curiosi attraverso un percorso snodato tra evoluzione umana, evoluzione della Pianura Padana, Pianura Glaciale ed evoluzione della vita, costituiscono un itinerario museale unico nel suo genere. (www.museosandanielepo.com)

PROBLEMA GEOLOGICO

Vi ricordate il problema posto alla Vostra attenzione mercoledì 9 marzo 2011 ? Ecco, oggi sembra risolto. Ci si ponevano alcune domande in merito alla provenienza di ciottoli nummulitici silicizzati, riscontrati in una formazione pedeappenninica tra Parma e Piacenza. Orbene, dopo approfondite ricerche si è giunti alla risposta di tutti i dubbi sollevati. Tra tutti i ciottoli presenti ve ne sono di nummulitici, di legno silicizzato, di quarzite e soprattutto di diaspro. Questi ultimi sono stati individuati da Veggiani (1964) come indicatori di provenienza. Essi compaiono per la prima volta nei depositi costieri del quaternario e si ritrovano poi in grande abbondanza lungo le antiche linee di spiaggia tra Cesenatico e Ravenna. Veggiani, ne dimostra la provenienza spiegandone le modalità di trasporto. Egli parte dalla localizzazione di potenziali giacimenti di diaspro e selce, individuando un’abbondanza notevole di queste componenti in formazioni geologiche calcaree di età Eocenica e Cret

Tracce di Pàus...

(...) Raggiungemmo una zona collinare piuttosto bassa, ricca di ruscelli e perfetta per trascorrervi la notte. I tre uomini ci accompagnarono in questo luogo che noi pensavamo solo di passaggio, con il fine di farci comprendere l'esistenza di altri uomini e donne in questi luoghi. In realtà in quelle valli non vi erano altri Clan, però sull'intero versante rivolto a tramonto, numerose ed infinite schegge di pietra tagliente erano adagiate disordinatamente sul terreno. Concentrate in alcuni punti o sparse in giro in modo sconclusionato, erano schegge tipiche o manufatti grandi, "primitivi", ottenuti distaccando poche schegge da un ciottolo per renderne tagliente un profilo . Una tecnica molto arcaica che oserei definire poco efficace, ma a quanto pare molto impiegata da chi, prima di noi, ha abitato o frequentato questi luoghi. Moltissime però erano anche le schegge ottenute con la nostra tecnica, molte e taglienti, ricavate probabilmente recentemente, per rielaborazio

Pàus

Cari paleointernauti paleoappassionati, credo che ve lo meritiate. La pazienza per la prolungata attesa per rivedere il museo riaperto va premiata. Ho pertanto deciso di anticiparvi i fasti e le meraviglie del nuovo Museo Paleoantropologico del Po con un bozzetto (di prova) eseguito da Troco per la preparazione del primo dipinto raffigurante un clan di neanderthal in Pianura Padana. Questo ritratto è uno studio del viso neandertaliano inserito in un paleoambiente padano... Buona visione. Inaugurazione Museo Paleoantropologico del Po 6 novembre 2011 San Daniele Po (CR) (www.museosandanielepo.com)

16 luglio2011: pioggia di meteoriti in Kenya

Soltanto ora cominciano a venire alla luce dettagli sulla pioggia di meteoriti verificatasi in Kenya lo scorso 16 luglio, quando almeno quattro villaggi di una delle zone più povere dell’Africa centro-occidentale sono stati interessati da cadute al suolo di frammenti meteoritici, associati ai bolidi celesti avvistati quel giorno, alle 10.30 locali, nel cielo del continente africano. Da allora almeno 14 kg di rocce spaziali del genere condrite – la specie di meteoriti più conosciuta e diffusa – sono stati recuperati nel corso di varie missioni allestite allo scopo di studiare campioni di detriti interplanetari “freschi” ed appena arrivati dallo spazio, quindi praticamente ancora incontaminati da erosioni atmosferiche. Se è vero che ogni anno almeno 1400 meteoriti precipitano sul nostro pianeta, soltanto il 3% di essi sopravvive all’ablazione in atmosfera, e ancora di meno sono gli eventi testimoniabili da osservatori locali. In questo caso parecchi, poverissimi, braccianti o lavor

NELL'EMBRIONE LE PROVE DELL’EVOLUZIONE...

Nè L’origine della specie in riferimento alle prove embriologiche, Darwin sostiene che non si potrebbe trovare prova migliore di quella contenuta nella dichiarazione di Von Bear quando afferma che ”gli embrioni dei mammiferi, degli uccelli, dei rettili e dei serpenti, e probabilmente anche dei chelonii sono perfettamente somiglianti l’un l’altro, tanto nel complesso delle loro parti quanto nel modo di svilupparsi delle medesime; a tal punto, che in pratica spesso non possiamo distinguere gli embrioni se non dalla loro grandezza. Io posseggo due piccoli embrioni nell’alcool, cui ho dimenticato di attaccare nomi, ed ora sono affatto incapace di dire a quale classe appartengono” . Testimonianza questa che certamente rende l’idea dell’attendibilità dell’argomento. In questo caso, l’autore afferma che, a causa dell’assenza di etichettatura, non riesce ad attribuire agli embrioni in esame, non la specie, ma addirittura la classe di appartenenza, lasciando intendere che a quello stadio di svi

"Madre giurassica dalla Cina"

Sintesi di un articolo di John Roach pubblicato su Nature Juramaia sinensis , "madre giurassica dalla Cina" è, secondo gli esperti, il più antico progenitore dei mammiferi placentati, gli animali che danno alla luce una prole dopo averla nutrita, nell’organismo materno, con la placenta. Il fossile, scoperto in Cina, è stato datato 160 milioni di anni. Questa nuova scoperta retrodata la separazione avvenuta tra placentati e marsupiali di almeno 35 milioni di anni. I placentati, che includono animali che vanno dai topi alle balene, sono l’ultimo gradino nella scala evolutiva iniziata con i cosidetti euteri o euplacentati, di cui J. sinensis è l’esemplare più antico. Questo nuovo euplacentato, che possedeva delle zampe anteriori adatte ad arrampicarsi sugli alberi, si cibava di insetti, che abbondavano nelle foreste temperate del Giurassico. Con questa dieta, J. sinensis raggiungeva al massimo di 15 grammi di peso, era quindi più leggero di uno scoiattolo striato. “La grande

Il gigante del Po

Qualche frammentario indizio dell'esistenza di pachidermi è stato ritrovato in passato sulle rive del fiume. Ma la storia che stiamo per rivivere è molto più impressionante del ritrovamento di qualche scheggia sputata dal fiume sulla sabbia. Era il 1978 quando il signor Walter Faccioli, si inoltrava sullo sterminato spiaggione di Spinadesco al fine di raccogliere legna da ardere. L'inconsapevole raccolta paleontologica, perché di fossili si tratta anche quando si parla di legname carbonificato, era una pratica diffusa e costituiva una risorsa molto utile ai fini domestici. Oggi questa abitudine è andata scomparendo, soppiantata da più moderni metodi di riscaldamento. Raccontano, i discendenti Gerevini-Faccioli che durante la ricerca di quel lontano giorno di 40 anni fa, il nonno rimase sorpreso nell'imbattersi in un "tronco" dalla forma inusuale, lungo più di un metro, robusto, estremamente pesante e dalla forma plastica, quasi armonica, molto diversa da quella di

Aposemantico pure il nido? Esagerate!

Polistes gallicus (Linnaeus, 1767) (Foto e segnalazione di Paolo Panni, 11-05-2011) Le vespe cartonaie (genere Polistes ) sono riconoscibili per il corpo snello, mentre il nido è un disco di forma irregolare (di diametro mai superiore ai 12-15 cm), senza alcun involucro, attaccato con un breve peduncolo a qualsiasi sporgenza che possa fornire protezione dalla pioggia (davanzali di finestre, cornicioni, tegole) ed è quindi in genere ben visibile. Le colonie di vespa cartonaia sono sempre molto piccole e i suoi membri si contano di solito in alcune decine; in compenso, si possono trovare anche parecchi nidi gli uni vicini agli altri. A differenza delle api, le vespe non possiedono la ghiandola della cera e quindi costruiscono i nidi utilizzando la cellulosa che ricavano dalla polpa del legno. Usando le robuste mandibole, raschiano il legno degli alberi e dei paletti degli steccati, lo masticano, lo mescolano con la saliva e poi lo stendono per costruire i favi. La colonia si accresce r

EUROFLORA 2011

Avevo in mente, prima di visitare la fiera, di postare un po' di colori, tanto per ravvivare il blog. Vedrete dalle immagini lo tsunami cromatico del quale sono stato investito a genova. Buona visione...