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Visualizzazione dei post da ottobre, 2012

PRIMA RECENSIONE

(di G. Ghisani, La Provincia di Cremona, 26/10/2012)

"PALEONTOLOGIA URBANA"

Ricercare fossili è sempre emozionante. L’adrenalina del momento del ritrovamento ripaga ampiamente le ore di interminabile ricerca. Quest'ultima però non deve necessariamente  concludersi con la raccolta del reperto naturalistico, essa può essere soddisfacente anche solo fotografando l’oggetto. Per non distruggere il patrimonio naturale, per non incappare in sanzioni o per tutelare l’ambiente, è possibile portarsi a casa gli spunti necessari per intraprendere una ricerca, o per ricordare l’attimo del ritrovamento. Si potrebbero trasformare, infatti, queste escursioni di raccolta in “paleosafari” fotografici da svolgere non solo in montagna, in collina o sulle rive in erosione del mare o di un fiume, ma anche in città. Si, avete capito bene, proprio in città. Oggi ad esempio, ho portato mia figlia a cercare fossili a Cremona, e nonostante ci si sia imbattuti nel bel mezzo dell’escursione, nell’acquisto forzato del palloncino di barbapapà e di un cono gelato bigusto, siamo r

BIOLOGIA SINTETICA

 " La biologia sintetica, combinando sistemi di geni scoperti in forme di vita diverse, può realizzare organismi produttori di materiali nuovi " C. A. Redi   Non si può certo dire che siano stati raggiunti i risultati scientifici ottenuti dalla Nexus Corporation in Blade Runner, però in questi ultimi decenni la biologia e la genetica hanno fatto passi da gigante. Non parleremo ancora per diverso tempo di replicanti umani però, da quando nel 2000, due gruppi di ricerca indipendenti annunciarono su Nature la costruzione di un interruttore e un orologio che di fatto sono due cellule viventi, possiamo di certo affermare di essere su una buona strada. Nei pochi anni successivi si crearono altre cellule viventi con nuove funzioni come interruttori di vario tipo, sensori per odori, luce, temperatura, campi magnetici, memorie, generatori di impulsi, microfabbriche di farmaci, resine, plastiche biodegradabili e carburanti.  Il primo passo verso questi successi è stato decod

THE COLLECTOR LIST

  In genere ci si organizza per una vacanza al mare preparando una lista di oggetti indispensabili per affrontare i 15 tanto desiderati giorni di sole. Ci si propone un’abbronzatura impeccabile, ozio sfrenato sul lettino, bibite fresche, buona frutta, letture a volontà, gossip d’ordinanza e magari nuove ed interessanti conoscenze. Tutto questo accade quando chi decide di prenotare una vacanza è una persona normale, intendendo col termine normalità, il turista vacanziero medio, quello che con la propria famigliola standard: un paio di bimbi, una moglie ed un mutuo sulla casa, decide a metà anno di fare qualche sacrificio, ma di portare l’allegra combricola a friggere sotto il sole nord africano. Che in settembre è ancora bello tosto. Io però non sono una persona normale. La mia lista non prevedeva costume da bagno, crema solare protezione totale, infradito brasiliane e riviste patinate tutte tette e flirt estivi. Nella mia valigia trovano generalmente posto sacchetti da campio

TRACCE FOSSILI DI PREDAZIONE

Questo post, relativo ad un piccolo frammento di carapace di una grande tartaruga di palude, rappresenta una osservazione che può divenire spunto di indagine scientifica.  Il reperto, un piccolo frammento osseo di forma irregolare (L=51,6 mm; l=41,3 mm) e di elevato spessore (16,8 mm), appartiene certamente ad una tartaruga di notevoli dimensioni.  Sulla superficie esterna, liscia e pianeggiante, si rinvengono numerosi forellini, del diametro medio di circa 2,6 mm e profondi da 0,52 mm a 1,99 mm, che secondo una prima impressione potrebbero essere attribuiti al consumo osseo del carapace ad opera di una patologia cutanea batterica o fungina  come la SCUD ( Septicemic Cutaneous Ulcerative Disease ) o la USD ( Ulcerative Shell Disease ). Un'analisi più accurata della distribuzione dei fori rinvenuti però, mette in luce una loro disposizione ordinata secondo un arco stretto ed allungato. Tale forma, per analogia, può essere messa in relazione con la mascella di un predatore appar

SASSI COME SE PIOVESSE...

Questa meteorite, new entry nella mia collezione, è certamente una condrite.  La diagnosi è stata effettuata grazie alle evidenze litologiche messe in luce dalle fratture subite, probabilmente, a seguito della caduta sulla terra.  La forma di questa meteorite è quella di un plumcake, con una parte, quella certamente rivolta verso la direzione di caduta, dall'aspetto di un rugoso cappello di fungo. Questa forma è stata generata  dall'effetto dell'ablazione atmosferica. Il margine sporgente e ondulato, unito a numerose strutture  radiali di flusso, dimostrano inequivocabilmente quale faccia è stata fusa dall'attrito con l'atmosfera terrestre prima dell'impatto in un'imprecisata zona del Mali. Le immagini riportate nella tavola fotografica mostrano i differenti lati della meteorite con le strutture di ablazione in evidenza. Le dimensioni della meteorite sono105x90x60mm, il peso è di 345g. Come testimonia il pero e la lieve attrazione del magnete

Il nuovo libro: "STORIE DA UNA SCATOLA DI SASSI"

Ciao Emma, cosa fai? Scrivo…          Con un sasso? Sì… non lo sai che i sassi scrivono? Il titolo “Storie da una scatola di sassi” potrebbe far pensare ad un libro di racconti o di favole ispirate ad una vecchia, polverosa ed infantile collezione di pietre. In parte, se vogliamo, è anche così, ma le storie raccolte non sono invenzioni romanzate, bensì saggi scientifici ispirati o originati da otto sassi, raccolti in giro per il mondo, che nel complesso ci raccontano la Storia Naturale della Terra. Lo stile adottato è quello Gouldiano del saggio divulgativo all’americana, evidente e riconoscibile già nel primo libro scritto dall’autore anche grazie al tema trattato*. Il medesimo stile si insinua tra le parole e la struttura di questi nuovi saggi fatti di ricerca, citazioni, bibliografia ed esempi pratici. Si tratta di uno stile che ormai caratterizza Persico e che proviene da una formazione letteraria a base di saggistica e di un imprinting didattico-scientifico dovut

Caretta caretta

(Mahdia, Tunisia, 2012) La tartaruga comune ( Caretta caretta Linnaeus , 1758 ) è la tartaruga marina più comune del Mar Mediterraneo . La specie è fortemente minacciata in tutto il bacino del Mediterraneo e ormai al limite dell' estinzione nelle acque territoriali italiane. Sono animali perfettamente adattati alla vita acquatica grazie alla forma allungata del corpo ricoperto da un robusto guscio ed alla presenza di “zampe” trasformate in pinne. Alla nascita è lunga circa 5 cm. La lunghezza di un esemplare adulto è di 80 – 140 cm, con massa variabile tra i 100 ed i 160 kg. La testa è grande, con il rostro molto incurvato. Gli arti sono molto sviluppati, specie gli anteriori, e muniti di due unghie negli individui giovani che si riducono ad una negli adulti. Ha un carapace di colore rosso marrone, striato di scuro nei giovani esemplari, e un piastrone giallastro, a forma di cuore, spesso con larghe macchie arancioni, dotato di due placche prefrontali ed un