Sono un naturalista fluviale, nel senso che il fiume per me ha da sempre rappresentato l’idea di natura selvaggia e poi crescendo, complici gli studi naturalistici, la metafora dell’evoluzione della vita intesa secondo darwiniano pensiero. Darwin ha adottato, come rappresentazione dell’evoluzione biologica, la figura del corallo ramificato che, sospinto da fattori ambientali, va incontro a uno sviluppo non strumentalizzabile dall’uomo, esattamente come il corso di un fiume che, mosso unicamente dalla forza di gravità, segue un percorso apparentemente illogico, determinato dalle innumerevoli sfaccettature geomorfologiche che caratterizzano la regione sulla quale scorre. Certo, si potrebbe obiettare che in fondo un fiume ha un senso unidirezionale, ma l’evoluzione in fondo, pur con infinita variabilità, non continua nel tempo con differente velocità esattamente come un corso d’acqua? E per comprendere il senso del processo evolutivo, non bisogna indagarlo e conoscer