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Visualizzazione dei post da ottobre, 2013

STEPHANORHINUS KIRCHBERGENSIS, IL RINOCERONTE FOSSILE DEL PO

( Stephanorhinus kirchbergensis    Troco, 2013.  S u gentile concessione del Museo Paleoantropologico del Po di San Daniele Po) Un cranio incredibilmente completo e ben conservato di rinoceronte è stato rinvenuto e consegnato nel giugno 2013 al Museo Paleoantropologico del Po. L’indagine morfometrica recentemente svolta ha evidenziato caratteri distintivi tipici della specie Stephanorhinus kirchbergensis o rinoceronte di Merck. Al momento, il fossile in esame, sembra essere l’unico esemplare rinvenuto nei sedimenti del fiume Po appartenente a questa specie. Con una lunghezza di 776 mm, inoltre, questo fossile è il più grande cranio di S. kirchbergensis finora rinvenuto. Le caratteristiche morfologiche, in particolare la forma e le dimensioni dei denti, la lunghezza della cresta occipitale, l’apertura della fossa nasale ed alcune dimensioni generali depongono verso una classificazione, quella sopracitata, capace di rimettere in discussione la tassonomia di alcuni rinoc

PALEONTOLOGIA URBANA

A seguito del risalto mediatico dei giorni scorsi grazie all'articolo su "il Piccolo" di Cremona di  Michele Scolari si ripropone il link del post del 21 ottobre 2012 intitolato Paleontologia Urbana: Buona lettura.

DERIVIAMO DA UN’UNICA SPECIE, ANZI NO.

( http://www.sciencemag.org/content/342/6156/326.full) “ A Compolete Skull from Dmanisi, Georgia, and the Evolutionary Biology of Early Homo ” è il titolo di un  articolo  uscito giorni fa su Science e ripreso con grande eco dalle agenzie di stampa e dai quotidiani, che contribuisce a migliorare, e ce n’era un gran bisogno, le conoscenze in merito ai crani fossili di ominidi rinvenuti “inaspettatamente” a Dmanisi in Georgia tra il 1991 e il 2005. Da subito, il ritrovamento di questi crani che, secondo le conoscenze antropologiche d’allora, lì non sarebbero dovuti stare, aprì scenari importanti, retrodatando l’uscita  dall'Africa  dei primi ominidi e suggerendo una prima evidente connessione, fino ad allora ipotetica, tra i primi Homo africani e l’ Homo erectus asiatico. Ora, un’analisi più accurata, corredata da altri ritrovamenti, ed in particolare del Cranio 5, straordinariamente completo, ha messo in luce una forte variabilità intraspecifica della “popolazione” degli