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Visualizzazione dei post da 2017

IL LEONE DEL PO SECONDO TROCO

 (Il leone del Po, Troco, 2017) Il fossile in esame è una emimandibola sinistra perfettamente conservata di Leone ( Panthera leo ), presumibilmente spelaeus . Non vi è ancora l’assoluta certezza, essendo il fossile non ancora studiato dal punto di vista morfometrico, paleogenetico e radiometrico.   Di esso sappiamo solo la provenienza: alluvioni quaternarie del Po e l’attribuzione specifica ma non sottospecifica. Utile sarebbe stato il completamento di queste indagini prima della realizzazione di un quadro ma tempistiche ed esigenze museali hanno imposto un allestimento corredato da una ricostruzione paleoartistica. E come è ormai d’uso frequente, anche questo caso paleontologico è stato affidato al paleoillustratore Emiliano Troco. Di seguito un’intervista descrittiva sull’ultima fatica pittorica dell’autore. DAV: Allora, caro Emiliano, cosa puoi raccontarci a riguardo di questo magnifico, per non dire colossale (250 x 115 cm), dipinto? Ad esempio quale tecnica hai adottat

CIRNECO DELL'ETNA, Canis lupus familiaris

Questo post, un po’ anomalo per l’anello mancante, trova spunto in alcune riflessioni paleontologiche derivate da ritrovamenti di fossili di Canis lupus familiaris (Linnaeus, 1758) nei sedimenti alluvionali del Po e da un esemplare femmina di Cirneco da poco divenuto membro di famiglia. Un breve contributo che nasce dalla curiosità di saperne di più su di una razza arcaica di Canis lupus  (Linnaeus, 1758) sia a riguardo della sua storia, sia della morfologia generale che parrebbe frutto di una selezione naturale poi rimarcata, secondo standard ben precisi, dalla manipolazione selettiva umana. Le origini della razza del Cirneco dell'Etna troverebbero le proprie radici in Sicilia, dove i più la considerano razza endemica. Questo endemismo però vale solo per tempi storici recenti poiché l’origine di questi cani da caccia sarebbe fatta risalire ad antenati allevati in età faraonica nella valle del Nilo e diffusi poi in Sicilia e nel bacino del Mediterraneo dai Fenici e dai C

Caffè Scientifico con i fossili del Po

FINALMENTE RITROVATO IL LEONE DEL PO...

La Pianura Padana, durante alcune fasi della preistoria, è stata una sorta di Serengeti. Se in un recente passato, grazie all'incessante attività di ricerca del Museo Paleoantropologico del Po di San Daniele Po (CR), sono stati ritrovati fossili capaci di rievocare mandrie di bisonti, mammut, cervi megaceri, alci e altri erbivori predati da iene e leopardi, oggi possiamo affermare con certezza che tra queste magnifiche specie vi era anche il leone. La Pianura Padana come un Serengeti: Panthera leo in predazione su rinoceronte (Africa) Il suo ritrovamento, avvenuto poche settimane fa, completa un mosaico paleofaunistico iniziato nel 1998 con la fondazione del Museo e condotto a suon di ritrovamenti, ricerche sul campo, ricerche in laboratorio, collaborazioni con università, con specialisti in materia e con studenti volenterosi e mossi da straordinaria curiosità. Pur essendo un ritrovamento eccezionale per rarità e stato di conservazione, e pur essendo l’unico finora

WUNDERKAMMER IN SCATOLA

Le chiamavano camere delle meraviglie o gabinetti delle curiosità. Nacquero nel cinquecento ma la loro idea affonda le radici nel medioevo. Esse si svilupparono soprattutto nel Seicento, alimentandosi delle grandiosità barocche fino a protrarsi nel Settecento, quando le curiosità scientifiche iniziarono ad alimentare un amore “Illuminato” per la conoscenza. Ciò che la natura forniva veniva definito naturalia. Particolarmente ricercati erano i naturalia che presentavano caratteristiche    impressionanti come forma o dimensioni fuori dal comune, come ad esempio gemelli siamesi, animali rari o sconosciuti, ortaggi e frutti di dimensioni fuori dalla media o scheletri mai visti. Diversi ma ugualmente ambiti erano invece gli oggetti creati dalle mani dell'uomo, detti artificialia. Questi manufatti, particolari per la loro originalità ed unicità, erano spesso fatti con tecniche complicate o segrete e provenienti da ogni parte del mondo. Tutti questi reperti erano complessivame