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Visualizzazione dei post da gennaio, 2007

ACCADDE UN GIORNO...

Da sempre vivo col fiume. Un’infanzia difficile, ma la sopravvivenza è ciò che conta. Vivo nella vasta pianura del grande fiume, nel bosco, in un piccolo villaggio con la mia gente, una comunità solo da qualche generazione stanziale. Il grande fiume è la nostra vita, ci da cibo, riparo, acqua da bere, legno e tutto ciò di cui abbiamo bisogno, per questo abbiamo deciso di vivere qui. Il fiume è un grande padre, provvede a noi, ci aiuta nel raccolto, ci offre le sue fresche acque, ospita per noi meravigliosi frutti, cervi, cinghiali, castori, orsi, ed ogni meraviglia conosciuta. Un padre premuroso cui dobbiamo la vita ma che dobbiamo servire e riverire ad ogni stagione, senza mai dimenticare che quanto ci da, la sua irritazione ci può togliere, per questo quando arriva il tempo dei fiori e quando cadono le foglie dobbiamo pregare. I nostri doni sono una giusta ricompensa alla casa che ci offre, al cibo che mangiamo, all’acqua che beviamo. Non possiamo dimenticare, non dobbiamo, perché lu

VISIONE EVOLUZIONISTICA

Intuizioni geniali prima ed elaborate riconferme successivamente hanno dimostrato quanto un ambiente stressante sottoponga gli organismi viventi ad una forte pressione selettiva. Repentini cambiamenti costringono gli organismi minori a ricombinare il loro patrimonio genetico attraverso inusuali metodi riproduttivi e gli organismi superiori ad affrontare strategie di sopravvivenza biologica che hanno come base l’eredità del patrimonio genetico più adatto alle nuove condizioni ambientali. Vivo da mesi una fase di stress psicologico determinata da motivi intimamente connessi, primo tra tutti un radicale cambiamento di vita dovuto all’improvvisa mancanza della persona più cara e per secondo la partecipazione ad una missione scientifica tanto straordinaria quanto inusuale. Questa situazione di inattesa instabilità, correlata a nuove esperienze e nuove abitudini, ha causato variazioni comportamentali che facilmente riconosco negli equilibri biologici che amo osservare in natura. Stress come

REGRESSIONE NEOTENICA

PARMA, 16-gennaio 2007 E’ trascorsa una settimana dall’arrivo a casa, mai avrei pensato che il rientro potesse essere tanto traumatico quanto la partenza. Dopo tre mesi di costrizioni estreme e di nuove abitudini, il ritorno alla normalità è come un'"involuzione" che riporta a cercar riparo sugli alberi ma che in realtà è un ulteriore graduale passaggio. Ogni news è un nuovo problema, riorganizzare la vita è uno stress dal quale si vorrebbe solo fuggire. Il cellulare è una pistola pronta a sparare ad ogni squillo. Ieri sera il primo incontro pubblico al museo, centinaia di persone accorse ad accogliermi incuriosite dal bagaglio di immagini portate a casa dall’Antartide. Un affetto smisurato che mi ha riempito di gioia. Vedere tante persone che ogni venerdì accorrevano ad accaparrarsi una copia del quotidiano con il mio articolo, oppure che chiamavano casa per avere l’indirizzo corretto del blog pubblicato male dal giornale, ha contribuito ad infondere in me coraggio è ma
...time to leave... (prossimo aggiornamento dall'Università di Parma)
RETTIFICA: sembra dagli ultimi aggiornamenti che il volo di ritorno a Christchurch sia stato anticipato a sabato, tempo permettendo. Domani, venerdi 5 gennaio 2007 alle ore 20.30, verrà effettuato il check in dei bagagli.
Partire, unica e sola priorità. Dopo tre mesi di lavoro e d’isolamento è l'unico obiettivo che si cerca di perseguire. C'è chi scrive sul blog per informare gli amici, chi lavora online ad articoli, chi cerca svago in piccole escursioni, e chi stanco e sconsolato vivacchia al ritmo blando della base. Si attende la sera per vedersi alle spalle un altro giorno, per la gioia di una risata in compagnia di una birra e di qualche amico dietro la stecca da biliardo. Dovevamo partire il 4 gennaio ma prima il maltempo, poi un guasto grave al C17 hanno bloccato i transiti da Christchurch a McMurdo costringendo tutti ad un inatteso e forzato ulteriore soggiorno. Forse partiremo domenica 7 gennaio, con conseguente perdita del volo di rientro in Italia. Noi italiani stiamo tentando in questo frangente di contattare il Programma Nazionale di Ricerca in Antartide per trovare un volo alternativo posticipato, speriamo tutti nella buona notizia di un lieto rientro. Nel frattempo scrivo queste po
...nemmeno in sogno l'avevo mai visto...

OGNI STORIA HA LA SUA CONCLUSIONE…

ANDRILL MIS night shif group with last core 1284,87 metri di profondità è il record raggiunto da ANDRILL il 26 dicembre 2006, un risultato che rimarrà indelebile nella storia scientifica. In questi giorni di preparativi per il ritorno, i ricercatori sono indaffarati nella stesura dei rapporti per la costituzione dell’Initial Report, che verrà presentato nel prossimo mese di aprile a Tallahasse, in Florida, durante una specifica conferenza internazionale. Questo periodo di transizione e di preparazione al rientro è soprattutto caratterizzato da comunicazioni mediatiche. I media neozelandesi, fortemente coinvolti per motivi di interesse economico in ANDRILL, hanno annunciato per primi il traguardo raggiunto, esagerando però con annunci espressi a caratteri cubitali a riguardo di possibili catastrofici scenari individuati nel database preliminare. Una situazione creatasi a causa dell’entusiasmo provocato dai nuovissimi e sorprendenti dati, ma soprattutto perché in questo periodo le cost