Quella di questo post è una storia
iniziata alcuni decenni fa, quando dal grande fiume cominciavano ad
emergere i miei primi ritrovamenti paleontologici. Resti di mammiferi del Quaternario
venivano alla luce ampliando l’orizzonte delle mie conoscenze ed imponendo, a
volte, un consulto con specialisti della disciplina.
Fu a seguito di uno di questi
confronti presso l’Università di Parma che venni a conoscenza di un leggendario
ritrovamento, di quelli incredibili ma di cui si persero le tracce.
Il docente mi raccontò di un leone
del fiume, del fossile che vide a seguito della visita di un personaggio
sospettoso, magro, alto e col naso sottile, molto sulle sue, che si presentò un
giorno, al pari di quanto capitò a me, per chiedere un consulto. Dalla scatola
che portava sotto il braccio estrasse un cranio, chiaro, con i denti scuri, di
grandi dimensioni, la cui forma compressa verticalmente e i denti non
lasciavano alcun dubbio: era la testa di un leone.
Il cercatore disse di aver trovato l’oggetto
nel fiume Po, in provincia di Parma. Disse di averlo raccolto e portato ad un
esperto per avere delle conferme. Una volta estratto il fossile ed aver ottenuto
una risposta, tra l’incredulità degli esperti chiamati a consulto, rimise l’oggetto
nella scatola e senza aver lasciato generalità alcuna fuggi rapidamente facendo
perdere ogni traccia, sua e dello straordinario reperto.
***
Dopo aver creato un certo scalpore,
col trascorrere del tempo l’evento iniziò a sedimentare, fino a perdere quello
smalto di reale lucidità che lo fece trasformare in una storia. Il successivo tramandarsi
negli anni, di generazione in generazione (di docenti e di studenti), fece si che
la storia divenisse leggenda, la leggenda del leone del Po.
Ancor oggi ci si chiede se fu leggenda o realtà.
Di quell’uomo ossuto e riservato non
si sono avute più notizie, se non di un incontro fugace con un collega, ma
senza alcun accenno al fossile in questione; e la storia non ebbe più risvolti,
fino a qualche giorno fa, quando al Mineral Show di Bologna, un noto
rivenditore di fossili e di preparazioni paleontologiche, mi chiese notizie del
Museo (ndr. Museo Paleoantropologico del Po) e della veridicità della notizia
del ritrovamento nel Po di un frammento di cranio neandertaliano conservato
nello stesso museo. Ad una mia risposta affermativa, questo iniziò a parlarmi
del calco di un fossile eseguito anni fa, per concessione esclusiva, di un reperto
straordinario rinvenuto nel Fiume Po. Di questo fossile che faceva parte di una
collezione privata si è persa oggi ogni traccia ma ne è rimasta una replica: la
copia del cranio di un leone.
La fotografia di questa dimostra,
come confermato anni fa dal mio collega, dell’esistenza di un reperto unico nel
suo genere e nella sua provenienza, tanto straordinario e raro da esser
divenuto leggendario. Il colore chiaro degli ossi e scuro dei denti, rimarca in
maniera incontrovertibile l’appartenenza ai sedimenti del Po incuriosendo sulla
precisa provenienza e, soprattutto, sul luogo di conservazione dell’originale.
Sembrerebbe dunque assodata una
solida base di realtà della leggenda anche se l’assenza del fossile originale
continua ad alimentare un affascinante alone di mistero.
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