E’ stato rinvenuto sulla barra fluviale di Gerre de Caprioli (CR), durante
un’escursione per la ricerca di fossili, un rarissimo osso sacrale di Iena maculata
(Crocuta crocuta (Erxleben, 1777)).
Il fossile, materialmente ritrovato dal Direttore del Museo
Paleoantropologico del Po di San Daniele Po Simone Ravara durante un’escursione
di ricerca con altri membri del Gruppo Naturalistico Paleontofilo, è stato immediatamente riconosciuto come l’osso sacrale di un
grosso carnivoro, una assoluta rarità per quanto riguarda i fossili del Po.
Il reperto, oggetto di studio da circa sei mesi del lavoro di tesi di
Antonio Fumarola, studente laureando del corso di Laurea di Scienze della
Natura e dell’ambiente dell’Università degli Studi di Parma, rappresenta, a
detta del relatore della tesi Dott. Davide Persico, docente di Paleobiologia
presso il medesimo corso, una scoperta assolutamente rara, sia in termini di
parte anatomica ritrovata, sia soprattutto di specie di appartenenza.
“Pensare a branchi di iene che si muovevano a caccia di grandi erbivori sulla
Pianura padana nel Quaternario è quantomeno inusuale e incredibile. Ma già come
fu sorprendente il ritrovamento di un Neanderthal nei sedimenti del Po, tanto è
esaltante il ritrovamento di un fossile di Iena. Considerato inoltre che questo
reperto va ad aggiungersi all’importante fossile di Leopardo rinvenuto qualche
tempo fa nel Po e sempre ospitato nell’ormai ricca realtà museale sandanielese”.
L’esemplare in esame, certamente un adulto di grandi dimensioni, poteva
raggiungere, al pari delle iene viventi, un peso massimo di 90 kg. Il suo
areale preistorico includeva gran parte dell'Europa per almeno un milione di
anni fino al Pleistocene superiore. Si tratta, come dimostrano le ricerche
sulla specie attuale, di un super predatore organizzato in branchi a comportamento
sociale complesso di tipo più competitivo che cooperativo. La società di questa
iena è matriarcale con le femmine dominanti più grosse (60-90 Kg) rispetto ai
maschi (45-75 kg).
È un animale di grande successo, essendo il carnivoro di taglia grossa più
comune d'Africa. Il suo successo sta alla sua adattabilità e il suo
opportunismo, infatti si tratta di un cacciatore capace di nutrirsi anche di
carogne, avendo la capacità di digerire pelle, ossa e altri prodotti animali. Caccia
sia da solo che in gruppo selezionando,
nelle mandrie, un individuo da attaccare. La iena maculata è in grado di
raggiungere una velocità anche di 60 km orari”.
Il primo ritrovamento di Iena maculata della storia paleontologica del Po
rinnova l’interesse verso un gruppo di mammiferi, i carnivori del Quaternario,
mai abbondante di ritrovamenti. Questa scarsità di fossili dipende dal ridotto
numero di predatori rispetto l’abbondantissimo numero di prede e dalla
difficoltà delle poche ossa, di ridotte dimensioni, di conservarsi evitando
l’abrasione distruttiva dei sedimenti e del trasporto fluviale.
Il fossile, assieme a rarissimi resti di Orso bruno ritrovati negli anni
scorsi da Alberto Badaracchi, Renato Bandera e Giacomo Ravara, della tibia
fossile di Leopardo ritrovata da Renato Bandera e da una mandibola di Lupo
ritrovata da Gigi Stagioni pochi mesi fa, andrà a costituire una nuova sezione
museale che completerà il ricco percorso paleontologico espositivo del Museo
Paleoantropologico del Po. L’inaugurazione, con l’apertura ufficiale della
nuova sezione espositiva sarà il 15 di Maggio 2016, durante una giornata
interamente dedicata al fiume e comprensiva di una crociera tematica
pomeridiana.
Commenti
Posta un commento
ATTENZIONE:
I COMMENTI OFFENSIVI, VOLGARI O PUBBLICITARI VERRANNO ELIMINATI.
I COMMENTI ANONIMI VERRANNO ELIMINATI.