"Primo sono un pescatore, mi piace il fiume, siamo un’unica cosa
praticamente.
Una vita imperniata nelle stagioni del Po. I pesci da pescare, le
chiocciole da raccogliere, le anguille che risalgono, i cefali che poi muoiono
nelle lanche a fine estate, le anatre che fanno il nido nel frumento, i
pioppini che non ti dirò mai dove ho trovato ma che ti dono volentieri.
Conosco il Po perché ci ho vissuto tutta la vita: fidati che questa piena
non farà danni e che defluirà perché al centro del letto non c’è più il culmine.
Stamattina ti ho svuotato la barca dall’acqua del temporale, so che tu
lavori e io dovevo salirci per pescare, mica posso aspettarti… che quando c’è
ancora buio all’attracco non c’è nessuno. Ci sono solo i cormorani a quell’ora. E si pesca bene.
Ricordati che le esche giuste stanno sempre nel corpo dei pesci che vuoi
catturare. Devi pulirli i pesci se vuoi
capire le loro abitudini, il loro comportamento, come e quando si nutrono e dove
li devi cercare.
Per il pesce gatto oramai ci vuol pazienza, che tre bei pesci sono già una
bella parte… e ci si può accontentare.
Succede che oggi non ho preso niente, ma infondo che importa. Il pesce che
non ha abboccato oggi è pronto per domani perché nel Po sta bene e comunque sono stato quattro o
cinque ore sul fiume, quindi è una bella giornata. Freddo eh?!, che ci vogliono
due maglioni, due giubbotti e le calze di lana sotto le braghe, che la primavera
è falsa: sembra una stagione calda ma il mattino presto è come l’inverno. Ma guai
a toglietemi il Po al mattino presto. Ne
morirei".
Ciao, Primo, è assurdo. Mi sembravi immortale.
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