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LUPI: DAGLI APPENNINI AL PO

Dove sono finiti i “numerosi” lupi che hanno animato l’autunno e l’inverno delle campagne cremonesi, parmigiane e piacentine?
Sembrava un’improvvisa invasione da affrontare come stato di emergenza e invece? Invece da quando è iniziata la primavera non se ne è più sentito nulla. Non un animale domestico ferito, non un avvistamento, poche o assenti le impronte e gli altri indizi.
Che se ne siano andati? È possibile, ma difficile, essendo quello individuato un branco (stanziale), non esemplari singoli in transito.
La spiegazione più logica è che il nostro campo visivo sia ostacolato dalla folta vegetazione naturale e coltivata, che impedisce all’occhio umano di vedere e soprattutto consente al lupo di trovare un adeguato riparo. Inoltre in piena estate, le frequentazioni umane nelle zone più impervie della golena sono limitate dal caldo e dalle zecche.
Di questo e di molto altro dell’ecologia e delle dinamiche comportamentali del Lupo si parlerà a San Daniele Po, venerdì 5 luglio in Piazza del Mercato alle ore 21.15, con Paolo Rossi e Davide Persico, durante la proiezione del cortometraggio “La vendetta del Lupo monco” e la presentazione fotografica del libro “Il Lupo del Po”.
Due opere sul lupo mirate a far meglio conoscere questo magnifico predatore, i suoi pregi ed il suo ruolo nella natura, evidenziando inoltre i problemi di convivenza ed i rimedi più opportuni ed efficaci per realizzarla.

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LA VENDETTA DEL LUPO MONCO (cortometraggio)
La fucilata di un bracconiere spezza l’equilibrio tra lupo e uomo.
L’obiettivo è di realizzare un cortometraggio sulla storia di un lupo che, a causa di un atto di bracconaggio, ha adottato comportamenti anomali. Menomato da una fucilata, per anni insieme al suo branco ha suscitato terrore negli abitanti di una valle dell’Appennino settentrionale. Questo animale eccezionale ha mantenuto il suo status di capobranco nonostante l’invalidità. Oggetto di ricerche infruttuose da parte di bracconieri e biologi, ha vissuto da fuorilegge fino alla sua scomparsa.
(Paolo Rossi, fotografo di lupi e già regista di Vacche Ribelli (2017)).

IL LUPO DEL PO (saggio)
L’idea che per un naturalista l’incontro col lupo non sia null’altro che una pagina in più di taccuino da riempire, o qualche altra fotografia da archiviare è sbagliata. Vedere un lupo è un’altra cosa.
Trovarsi un lupo davanti è una scarica adrenalinica improvvisa, un’ipnosi che si innesca incrociandone gli occhi e rendendosi conto di averlo visto senza dubbio dopo essere stato osservato da lui per chissà quanto.
Il mio primo incontro col lupo in golena fu fulmineo, involontario. Non una fotografia, solo alcuni appunti successivi presi a mano tremante. Da allora ogni volta che infilo lo zaino sulle spalle vivo nella speranza di immortalarlo.
È forse un modo per trovare il proprio posto nella natura quello di osservarla, descriverla e raccoglierla. Vivo nella natura per sentirmene parte.
Per stare bene.
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(Davide Persico, ricercatore e docente dell’Università di Parma)


(Paolo Rossi, fotografo di lupi)


(Davide Persico, Università di Parma)

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