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IL PO FA SEMPRE CIO' CHE VUOLE...


Fin dalle prime classi ti insegnano che il Fiume Po è lungo 652 km. Nasce dal Monviso e sfocia nel Mar Adriatico. Ha generato la Pianura Padana ed è alimentato da ben 141 affluenti. Un fiume da manuale, inquadrato geograficamente, che da sempre scorre nel mezzo della sua Pianura, così come sta scritto sul libro: presenza perenne, stabile, immutabile, antica via commerciale...

Poi vai a vederlo e non solo scopri che non c'è una sola nave a solcarlo, ma che non scorre esattamente dove ti avevano insegnato ricalcando il confine. Scopri che il suo livello si alza e si abbassa come un respiro lento, animato dalle precipitazioni e dalla siccità. Impari che le sue genti si spaccavano le mani issando le reti e sollevando la zappa, ed il suo limo, depositato dopo le piene, è un fertile, prezioso dono naturale capace di rendere verde la pianura e grassa l'agricoltura.

Infine accorri un giorno perché il temporale è stato imponente e devi svuotare il barchino. Le precipitazioni che animavano il Po sono ormai cambiate, non sono più le frequenti e stagionali piogge del passato ma cascate improvvise e capaci, tali da riempire il fiume stravolgendolo d'improvviso, rendendolo rabbioso e schiumante, col vento che vano tenta di opporsi alla discesa e con le nubi come il culo del pianeta Giove che sfiorano e sfigurano la sua Pianura. Con acque colorate d'improvviso il fiume riprende i numeri scritti sul vecchio sussidiario facendone carta straccia nel senso e nel significato.

La realtà è che il Po fa sempre ciò che vuole e noi ci illudiamo di ammansirlo senza comprenderlo, di piegarlo al nostro volere quando invece è lui a dettare i tempi concedendoci momenti indimenticabili utili solo per percepirne le innumerevoli mutazioni.
Farne tesoro è il solo nostro ruolo.

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