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FOSSILI DA SPIAGGIA

Mahdia è una piccola città tunisina situata a 3 ore di bus da Monastir. In questi ultimi 15 anni è andata soggetta ad un progressivo ampliamento dettato dall'indirizzo turistico che ne ha conferito l'attuale vocazione.
Nonostante gli innumerevoli hotel e villaggi turistici, il mare è ancora splendido e nel tratto di costa a ovest della penisola sulla quale è dislocata la medina, la costa si manifesta con un fondale basso e sabbioso. La spiaggia, piuttosto lunga è costituita da una sabbia finissima di colore grigio leggermente tendente al beige, sulla quale si depositano forti quantitativi di resti di posidonia (foto 1-2) e strati, anche potenti, di resti di molluschi, soprattutto bivalvi (foto 3).

foto 1

foto 2

Come ogni spiaggia del mondo si rinvengono anche resti di vertebrati marini. In foto 3 un cranio di tartaruga marina (Caretta caretta) .

foto 3

L'aspetto interessante di questa spiaggia però è la paleontologia, cioè l'abbondante presenza di resti fossili, vero oggetto del presente post.
Si tratta di ciottoli arenacei (foto 4), variabilmente fluitati, contenenti bivalvi o gasteropodi (foto 5). Tra i gasteropodi inclusi la maggior parte sono ascrivibili al genere Cerithium.
Il differente grado di fluitazione dimostra inequivocabilmente une diverso tempo di permanenza di questi ciottoli in balia del moto ondoso, ma anche una certa vicinanza degli strati geologici di provenienza dei suddetti clasti.

foto 4

foto 5

foto 6

Da un'osservazione sommaria mediante snoorkeling del fondale antistante la spiaggia, si sono rinvenuti strati orizzontali di arenaria gialla fossilifera, alla profondità di circa 2-3 m dal livello del mare, ed alla distanza di circa 50-100 m dalla battigia.Questi strati sono caratterizzati da fratture consistenti, che prendono l'aspetto di veri e propri canali, larghi anche 50 cm, perpendicolari alla costa, in graduale riempimento con residui organogeni attuali e sabbia, che costituiscono le superfici di erosione dalle quali provengono i clasti fossiliferi.
Questa arenaria, caratteristica della costa tunisina, è certamente abbondantissima, come testimoniano le innumerevoli costruzioni storiche realizzate grazie ad essa. Utilizzata dagli scogli di protezione della costa alla realizzazione della fortezza spagnola di Mahdia, l'arenaria è stata, in un passato antico, già oggetto d'uso intensivo per la costruzione di edifici importanti. In epoca romana, infatti, è stata utilizzata per la realizzazione dell'anfiteatro di El Djem, ad un ora circa da Mahdia (foto 7).

foto 7

La fauna a fossili, da una analisi sommaria risulta molto simile all'attuale, suggerendo come possibile periodo di deposizione degli strati arenacei il Pleistocene superiore.

foto 8

Grazie ad un conoscente tunisino sono venuto in possesso di un gastropode di discrete dimensioni (Strombus bubonius) (foto 9), fossilizzato però in un'arenaria conchigliacea grigia diversa dalla roccia più diffusa. Le caratteristiche del fossile, un ospite caldo, tropicale, in aggiunta alle differenze litologiche della matrice rocciosa, suggeriscono una provenienza dello stesso da strati geologici diversi, più recenti, rappresentativi di un evento paleoclimatico di trasgressione marina** (Fig. 1). Il grado di fluitazione lascia intendere che anch'esso sia stato rinvenuto in spiaggia, facendo ipotizzare un diverso affioramento roccioso, più contenuto, in erosione sotto il livello del mare.

foto 9


http://www.musei.unipd.it/geologia/approfondimenti/ospiti.html
**Chakroun A. et al, 2009. Two tyrrhenian transgressive cycles in coastal deposits of the cap bon peninsula, Tunisia. Quaternaire, 20, (2), 2009, p. 215-226.

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