Questo nuovo post è un omaggio al mio caro amico Emiliano Troco e ad un suo dipinto recentemente realizzato che mi auguro di poter vedere, entro breve tempo, all'interno della mia collezione.
Qualche
tempo fa ci dedicammo, io solo inizialmente ed Emiliano con profonda e prolungata dedizione,
alla realizzazione di una ricostruzione paleontologica ispirata ad alcuni miei
bozzetti realizzati in giovane età.
Ammoniti: ipotesi trofiche
Lo scopo di quegli schizzi era uno studio finalizzato ad uscire
dal luogo comune che vuole le ammoniti predatori dinamici e attivi, alla stregua
degli altri cefalopodi attuali, introducendo invece, una nuova concezione trofica passiva, una sorta di predazione statica realizzata, ad esempio,
attraverso il mimetismo e “l’imboscata” (vedi Scaphytes sp.),
oppure attraverso la cibazione planctonica: quella di organismi passivi che, trasportati dalle correnti, attraverso appendici pendule poco dinamiche, riescono a raccogliere il cibo necessario (come la caravella portoghese ad esempio o alcuni chiroteutidi abissali).
Scaphytes sp. (collezione privata)
oppure attraverso la cibazione planctonica: quella di organismi passivi che, trasportati dalle correnti, attraverso appendici pendule poco dinamiche, riescono a raccogliere il cibo necessario (come la caravella portoghese ad esempio o alcuni chiroteutidi abissali).
Caravella portoghese (Physalia physalia)
Clava di Chiroteutide abissale
Ancyloceras sp.
La sezione del giro si presentava ovale o circolare, e l’ornamentazione era costituita da una serie di coste arrotondate e sottili, molto fitte; nella parte avanzata della conchiglia, nei pressi della camera di abitazione, alcune coste erano particolarmente grandi e nodose, provviste di tubercoli spinosi. Sulla superficie esterna della camera di abitazione le coste erano più distanziate, mentre la sutura possedeva un lobo stretto e molto profondo.
Si è
sempre pensato che queste fossero un genere di ammoniti a caccia attiva.
Ancyloceras
era tipica di ambienti marini piuttosto profondi, dove la pressione dell’acqua
era notevole. Il clima dell’ambiente in cui viveva, probabilmente, era
subtropicale, e le acque erano calde e piuttosto ossigenate… ricche di
plancton.
L’interpretazione
seguita da Troco nella ricostruzione di Ancyloceras si basa sullo studio del paleoambiente, delle sue caratteristiche di produttività planctonica e dell’ipotesi
che questa struttura complessa della conchiglia potesse essere, oltre che d’ostacolo
ad una vita attiva, un adattamento evolutivo consono ad un trofismo a base di plancton.
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