La
Pianura Padana, durante alcune fasi della preistoria, è stata una sorta di
Serengeti.
Se in
un recente passato, grazie all'incessante attività di ricerca del Museo
Paleoantropologico del Po di San Daniele Po (CR), sono stati ritrovati fossili
capaci di rievocare mandrie di bisonti, mammut, cervi megaceri, alci e altri
erbivori predati da iene e leopardi, oggi possiamo affermare con certezza che
tra queste magnifiche specie vi era anche il leone.
La Pianura Padana come un Serengeti: Panthera leo in predazione su rinoceronte (Africa)
Il suo
ritrovamento, avvenuto poche settimane fa, completa un mosaico paleofaunistico
iniziato nel 1998 con la fondazione del Museo e condotto a suon di
ritrovamenti, ricerche sul campo, ricerche in laboratorio, collaborazioni con università,
con specialisti in materia e con studenti volenterosi e mossi da straordinaria
curiosità.
Pur
essendo un ritrovamento eccezionale per rarità e stato di conservazione, e pur
essendo l’unico finora documentato in Pianura, questo fossile non è però una
vera e propria sorpresa.
I resti
di questa specie erano attesi da anni nel Po. La sua previsione è stata suggerita
dalle approfondite conoscenze paleoecologiche, paleoambientali e paleoclimatiche
che ormai, grazie ad almeno un ventennio di studi sul campo, il Museo e il suo
personale sono riusciti ad acquisire (Persico et al., 2006; Persico et al., 2015).
Conoscendo
il quadro completo delle faune quaternarie padane e confrontando e correlando
queste con altre rinvenute in diversi siti d’Europa e dell’Asia, è stato possibile
individuare quali specie rare ma plausibili non sono ancora state rinvenute ma
che verosimilmente dovevano essere parte di un quadro faunistico molto simile a
quello europeo nel tardo Pleistocene.
Sul
leone del Po circolava inoltre da tempo una “leggenda”, di cui parlò anni fa un
post su questo stesso blog (Persico, 2014), nella quale si raccontava di una
storia occorsa alcuni decenni fa, quando dal grande fiume cominciavano ad
emergere i primi ritrovamenti paleontologici del Museo. Resti di mammiferi del
Quaternario venivano alla luce ampliando l’orizzonte delle conoscenze degli
appassionati, spesso imponendo consultazioni e confronti con specialisti della
disciplina. E fu proprio a seguito di uno di questi confronti presso l’Università
di Parma che venni a conoscenza della storia di un leggendario ritrovamento di
cui però si persero le tracce.
Il
docente di Paleontologia di allora mi raccontò di un leone fossile del fiume. Egli
ebbe l’occasione di visionare furtivamente un cranio completo durante la visita
di uno stano personaggio che si presentò un giorno in dipartimento per chiedere
un consulto chiarificatore. Dalla scatola che portava sotto il braccio estrasse
un cranio beige chiaro con i denti scuri, dai canini di grandi dimensioni e con
una morfologia generale che non lasciava alcun dubbio: era la testa di un
leone.
Il
cercatore disse di aver trovato il fossile nel fiume Po in provincia di Parma.
Disse di averlo raccolto e portato in Università (di Parma) per avere conferma
delle sue supposizioni ma, dopo aver ottenuto la risposta dal docente, questo rimise
rapidamente l’oggetto nella scatola facendo perdere ogni traccia sua e dello
straordinario reperto.
Da
allora rimase quella leggenda che, dopo i rari ritrovamenti da parte del Museo
di San Daniele Po di resti fossili di Iena (Crocuta
crocuta) e di Leopardo (Panthera
pardus), prese sempre più importanza mostrando un reale fondo di verità. La
leggenda del Leone del Grande fiume era l’unica testimonianza della possibilità
che in Pianura avesse vissuto il grande felide. Questa ipotesi è però divenuta
Teoria proprio alcune settimane fa quando al Museo Paleoantropologico del Po venne
consegnato un rarissimo fossile ritrovato su di una barra fluviale del Po nei
pressi di Cremona. Dopo un confronto a quattro mani col Direttore del Museo si
è appurato trattarsi di una emimandibola sinistra di leone, in eccezionale
stato di conservazione. Il fossile, della lunghezza di circa 22 cm, risulta
integro in ogni sua parte presentando sporadici segni di fluitazione solo in
corrispondenza del processo angolare (parte distale della mandibola).
La
colorazione beige chiara dell’osso con i denti colorati dall'arancione al verde
scuro e nero, conferisce al reperto il tipico aspetto dei fossili delle
alluvioni quaternarie del fiume Po.
L'importanza
di questo fossile è a dir poco straordinaria perché con esso si aggiunge
l'ultimo tassello di un mosaico, quello dei carnivori fossili del Po, rappresentato
dal Top predator per eccellenza: il
leone (Panthera leo).
Emimandibola fossile di leone (Museo Paleoantropologico del Po)
Numerosi
sono i fossili di leone rinvenuti sull'arco alpino ed appenninico ed in diverse
parti d'Europa, ma per la Pianura Padana questa è in assoluto la prima volta.
Gli
scenari futuri aperti col rinvenimento di questo nuovo reperto riguardano la
ricerca scientifica e l'esposizione museale. Subito segnalato alla competente
Soprintendenza, il reperto è già oggetto di un progetto di allestimento per il
cui finanziamento il Museo di San Daniele Po ha partecipato ad un Bando di
Regione Lombardia.
L’analisi
morfologica, previa autorizzazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia, sarà probabilmente accompagnata da una analisi genetica con lo
scopo di distinguere l'appartenenza del fossile ad una delle due possibili
sottospecie di leone presenti anticamente in Europa: Panthera leo spelaea (leone delle caverne) o Panthera leo persica (leone asiatico). In entrambi i casi, il
Leone del Po, è stato un esemplare appartenente ad una specie originaria
dell'Asia e migrata fino a colonizzare l'india, il vicino oriente, la Russia e
l'Europa durante il Pleistocene superiore (1.3-0.01 Ma).
Leone asiatico (Panthera leo persica)
Il
Leone del Grande Fiume sarà oggetto di ostensione nella sezione dei Carnivori
fossili del Po a partire da novembre 2017 con una esposizione ad hoc corredata
di informazioni scientifiche, materiale didattico e ricostruzione pittorica
dell’animale in vita.
La
Pianura Padana come una sorta di Serengeti: se qualche anno fa l’idea era una
entusiasmante ipotesi, oggi questo quadro è una una straordinaria
realtà.
Leone speleo (Panthera leo spelaea) Chauvet Cave sud della Francia
Leone con leonessa (A. Ligabue)
REFERENCE
D. Persico, F. Cigala Fulgosi, Valeria
Ferrari, S. Ravara, C. Carubelli, 2006. “I fossili del Fiume Po: catalogo dei
mammiferi fossili delle alluvioni quaternarie del Museo Naturalistico Paleontologico
di San Daniele Po (CR)”. Ed. Delmiglio, Persico Dosimo (CR).
D. Persico, A. De Giovanni e S. Ravara
(2015). I Fossili del Po, Manuale pratico di Paleontologia fluviale. Ed.
Delmiglio, Persico Dosimo (CR).
-->
D. Persico, 2014: http://anellomancante.blogspot.it/2014/03/la-leggenda-del-leone-del-grande-fiume.html
http://www.nanopress.it/cultura/foto/antonio-ligabue-le-opere_6181_18.html
https://www.pinterest.com/pin/469359592389783366/
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