“Viaggio di un artista intorno al
mondo” è una mostra che, per il Museo Paleoantropologico del Po, rappresenta il
naturale completamento di un percorso espositivo, di ricerca e di analisi in
senso scientifico e artistico.
Massimo Canuti è un artista
poliedrico, radicato al proprio territorio, capace di divagazioni pittoriche
zoologiche degne del miglior naturalista. Egli sa offrire, attraverso la
ricerca nell'ambiente fluviale padano e della tradizione pittorica ad esso
legata, una visione del tutto soggettiva, iconografica della natura. Involontariamente
influenzato da Ligabue e dai grandi naturalisti del passato, Canuti conduce il
visitatore nel mondo degli animali, siano essi esotici o locali, con la forza
marcata del tratto deciso del carboncino e di sprazzi di colore significativi
quanto la forma del disegno nella sua complessità. Palese, quanto casuale, è il
dualismo con Antonio Ligabue nella rappresentazione degli animali esotici. In quest’ultimo
le fiere erano reminiscenze di libri e osservazioni dei circhi che transitavano
nella bassa, in Canuti, questi animali sono il frutto di un’analisi dettagliata di raffigurazioni
naturalistiche d’epoca, di documentari ma anche di osservazioni dirette. Il
legame con i naturalisti emerge inequivocabilmente nell'autore grazie alle formule dentarie riportate e agli
appunti scritti con pennino sui lati dell’immagine principale, sempre su fogli
ingialliti e sempre strappati dal taccuino naturalistico.
La straordinarietà di entrambe
gli autori sta anche nell'aver disegnato, dalla golena, animali esotici che in
entrambe i casi si ignorava avessero popolato la Pianura Padana nelle epoche
passate. Ed è qui che entra in gioco il Museo Paleoantropologico del Po, con la
vasta collezione di reperti fossili e non, che si insinua nella mostra
temporanea del Canuti valicando il confine tra leggenda e realtà. L’elefante tracciato
in nero sul foglio ingiallito intravisto dall'interno di un omero cavo di
Elephas antiqus; il bisonte europeo seminascosto da un grosso cranio di Bison priscus;
la civetta con sguardo rapace sovrastata da un barbagianni tassidermizzato in
scena di caccia; il leopardo furtivo e oscuro sotto il suo cranio e il
giaguaro con sembianze da felino domestico dietro lo sguardo aggressivo di una
mummia naturale di gatto, sono alcune delle correlazioni offerte dall'esposizione in questo particolare luogo: il dualismo disegno-reperto capace di amalgamare arte, scienza e
museologia.
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