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LA NOTTE DELLE STREGHE...

E’ il 27 ottobre, a McMurdo si festeggia Halloween, in un’atmosfera che sfiora il grottesco. Condizioni estreme, vento forte, una coltre di nubi grigie sta per investire la base scavalcando Observation Hill, la montagnola vulcanica che sovrasta la base e che porta alla sommità la spettrale croce commemorativa di Scott e della malcapitata spedizione antartica. Questa notte non si lavora, per lo meno la mia squadra che in perfetta sincronia con le operazioni al drill site ha terminato i lavori in attesa della manutenzione e dei cambiamenti di lunedì. Si riprenderà a perforare dai 220 metri cui si è giunti qualche giorno fa, con carote più piccole in diametro che ci accompagneranno fino a metà novembre, quando un ultimo cambio concluderà le operazioni di ANDRILL SMS on-ice. Un mese di tempo quindi a partire da oggi, dalla notte delle streghe dove con rito pagano si rievocano l’orrido e la morte e ci si esibisce con costumi improvvisati e sgualciti, dando all’Antartide una atmosfera ancor più malinconica e di lontananza. Più dello scorso anno si ha l’impressione di vivere in un mimetico avamposto militare. Scopro solo ora che la Rayton, la società americana che gestisce la base con efficienza militare rappresenta negli Stati Uniti il settore privato dell’esercito, la società della sicurezza, quella che produce i missili patriot e che provvede a “ricostruire” le aree bisognose, quelle distrutte dalla guerra. L’Iraq per esempio. Alla luce di queste conoscenze ci si convince della realtà del grottesco, in cui un esercito con una mano invade e distrugge e con l’altra offre sostegno e ricostruisce, una sanguinosa farsa, motore di spaventosi giri economici. McMurdo è l’aspetto pacifico di questa “società” dove logistica, organizzazione e sicurezza sono gestiti quasi maniacalmente dando una parvenza di efficienza quasi eccessiva. Un luogo tutto sommato non bello, esteticamente un gran cantiere, fili elettrici che penzolano ovunque, materiali riciclati per le costruzioni, dove l’importanza è l’efficienza e non l’aspetto estetico. L’interno degli edifici invece è tutto un altro pianeta. Ordine e pulizia rappresentano la normalità, e la tecnologia non manca. C’è la consapevolezza di vivere in un ambiente estremo ma anche quella di avere mezzi e tecnologie per superare ogni difficoltà. La base è innevata di polvere bianca, ghiaccio asciutto che sembra finto, al tatto polveroso, che calpestato produce un suono simile a quello ottenuto strofinando due pezzi di polistirolo. Provo ad uscire, annoiato dalla nottata in piedi, a cercare qualche immagine da riportare nelle presentazioni post missione ma il vento ed il freddo consistente mi costringono dopo quindici minuti ad una frettolosa rientrata nel Crary Lab, il luogo dove si svolgono tutte le operazioni di ANDRILL, a parte il drill site (luogo di estrazione). E’ l’inizio di novembre, nessun animale si è ancora intravisto nei pressi della base, nessuna foca, nessuno skua ne tanto meno i pinguini che comunque, sembrano aver fatto visita al drill site. L’intenzione di una passeggiata notturna in cerca di scatti suggestivi è quindi saltata a causa maltempo a contrassegnare un mese non certo favorevole dal punto di vista climatico, bufera per diversi giorni, condizione 2 in base, vento sempre presente e soprattutto picchi di temperatura anche di -50°. Speriamo che questo secondo mese di permanenza offra, oltre alla spaventosa mole di lavoro, anche qualche opportunità ricreativa interessante.

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