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"Le forme della natura..."



"... sono forme umane. È nel nostro cervello che si formano i triangoli, gli orditi e le ramature. Noi li riconosciamo, li apprezziamo, ci viviamo in mezzo. In mezzo alle nostre creazioni, creazioni umane, comunicabili all'uomo. In mezzo allo spazio, allo spazio umano, noi creiamo misure, tramite tali misure noi creiamo lo spazio, lo spazio tra i nostri strumenti. 
L'uomo poco istruito è terrorizzato dall'idea dello spazio; egli se lo figura immenso, notturno e vorace. Egli immagina gli esseri sotto la forma elementare di una sfera, isolata nello spazio, raggomitolata nello spazio, schiacciata dall'eterna presenza delle tre dimensioni. Terrorizzati dall’idea dello spazio, gli esseri umani si raggomitolano; hanno freddo, hanno paura. Nel migliore dei casi essi attraversano lo spazio, essi si salutano con tristezza in mezzo allo spazio. Eppure tale spazio è in loro stessi, non si tratta d’altro che della loro stessa creazione mentale.
In questo spazio di cui hanno paura, gli esseri umani imparano a vivere e a morire; in mezzo al loro spazio mentale si creano la separazione, la lontananza e la sofferenza. Su questo c’è ben poco da dire: l’amante sente il richiamo dell’amato, lo sente al di là di oceani e di montagne, la madre sente il richiamo del figlio. L’amore avvince, la pratica del male estrania. La separazione è l’altro nome del male; è altresì l’altro nome della menzogna. Infatti esiste solo un ordito magnifico, immenso e reciproco”

M. Djerzinski

(M. Houellebecq, Le particelle elementari, 2008)

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