San Daniele Po, piccolo paese del cremonese, vanta nella sua
storia una grande tradizione di ospiti illustri. In passato furono soprattutto uomini
sportivi, ciclisti invitati a gareggiare sul famoso “Circuito degli Assi”, che
per i sandanielesi altro non è che il giro del paese. Coppi accompagnato dalla
Dama bianca e Bartali tra i tanti. Purtroppo nel corso degli anni quella
straordinaria tradizione è poi svanita e
per oltre 30, 40 anni, a parte sprazzi illustri grazie al Gruppo Culturale “Al
Dodas”, nulla di rilevante accadde. Gli eventi con ospiti illustri ripresero poi per opera del Museo naturalistico paleontologico. Con lo
sviluppo del Museo infatti, manifestazioni scientifiche presero vigore riportando
personalità di spessore in paese, seppur di un ambito completamente diverso dai precedenti.
Tra gli ospiti “scientifici”, studiosi e professori importanti che hanno calcato la scena sandanielese si
ricordano i Professori universitari Giorgio Manzi, David Caramelli, Claudio
Tuniz, Fabio Florindo, Federico Focher e il televisivo Luca Mercalli con un
extra particolare, per celebrare il ventennale del museo, come lo street artist
Ericailcane.
Anche la piccola biblioteca comunale ha contribuito e
contribuisce tutt’ora a portare grandi personalità della scrittura in paese.
Ultimo in ordine di tempo lo scrittore Guido Conti, il nostro Prof. Rescaglio,
Andrea Cisi e seppur in sordina, qualche
anno fa l’ospite che più mi è rimasto nel cuore: lo scrittore e maestro di
scuola Arturo Curà.
Purtroppo scomparso qualche tempo fa, Curà ha rappresentato
un’importante parentesi nell’ambito della rassegna culturale sandanielese “I
lunedi dopocena”.
Ricordo che in una fredda serata autunnale Curà venne a
presentare, accompagnato musicalmente dai Me Pek e Barba, la sua opera scritta di
maggior successo, una scenografia televisiva che nel corso degli anni prese le
perfette sembianze del Romanzo: Orsanti.
Curà nacque a Parma nel novembre 1940 e visse, perlomeno
negli ultimi anni a Borgo Val di Taro. Interrotti gli studi classici, passò
all’insegnamento presso le scuole elementari rivoluzionando la concezione
scolastica tradizionale, utilizzando l’Arte in tutte le sue forme come supporto
essenziale per creare negli alunni l’indispensabile spirito d’osservazione.
E così il teatro, ogni composizione figurativa, l’ascolto
musicale, il cinema furono supporti essenziali per ogni disciplina scolastica.
L’apice di questa metodologia venne raggiunto nel 1975 quando realizzò nella
Scuola Elementare di Berceto (PR), dove insegnò per 15 anni, il mediometraggio
in superotto “Passione, morte, resurrezione a Berceto”. Il film, una
rivisitazione immaginata e interpretata da tutti gli alunni che venne proiettato
anche a San Daniele Po, ebbe una buona risonanza nazionale, debuttando al
Filmstudio di Roma e partecipando a diverse rassegne fino ad essere ospitato in
un’edizione speciale di “Fuori Orario” su RAI Tre.
Nel mentre Curà si destreggiava anche in impegni paralleli:
la musica, la pittura, il cinema, la televisione ed infine la scrittura.
Lasciato l’insegnamento realizzò due romanzi: “Orsanti”, per l’appunto, e “Piccole Passioni”.
Orsanti è un romanzo rurale sullo stile del nostrano “Dove
non vien mai sera” del maestro sandanielese Gianni Tortini.
Orsanti però, che si accosta al romanzo di Tortini per lo
stile letterario, diverge per ambientazione: non il locale ambiente rurale
padano sviluppato ai margini del Mondo Piccolo di Guareschi ma il paesaggio
montano appenninico, quello delle valli al di sopra di Parma, quella zona di
Berceto dove povertà ed emarginazione spingevano i capi famiglia ad inventarsi
una fonte di reddito tutta nuova rispetto la tradizionale e discontinua agricoltura. Poveri contadini che divennero viandanti e
che, acquisiti animali esotici dal nord africa o dall’Asia come dromedari,
scimmie e cammelli, o addestrando e addomesticando le fiere della montagna, gli
orsi, iniziarono a solcare le strade d’Europa col loro
particolare ed improvvisato habitus circense.
I contadini divengono così Orsanti e le loro storie,
travagliate e fatte di miseria e ricchezza d’animo, si snodano tra le pagine
del romanzo di Curà generando un’avvincente racconto storico ed etnografico.
E’ stato un piacere leggere il libro ma ancor più piacevole
ed emozionante è stato ascoltarlo nelle parole già purtroppo malferme di Arturo,
intervallate da una musica anch’essa rurale, sapientemente amalgamata, da Sandro
e Federico nella canzone “Tacabanda e orsanti”, con lo stile folk irlandese. Una canzone,
quest’ultima, capace di riassumere in poche strofe l’atmosfera, lo spirito d’avventura,
la necessità di camminare e di esibirsi per far sopravvivere le povere famiglie
sull’Appennino in perenne attesa di denaro e del ritorno dei padri, dei
fratelli e dei parenti viandanti d’Europa.
Ricordo Arturo Curà seduto davanti ad un Bar nel centro di
Borgo Taro quando con Alberto Branca andammo ad incontrarlo per invitarlo a San
Daniele. Ero emozionato di conoscere l’autore del volume che catturò la mia
attenzione e stimolò la fantasia e la curiosità di indagare su quelle vite più a
fondo.
La realtà fu quella di un incontro informale con una persona molto educata,
intelligente, tranquilla, apparentemente sorpresa per quel ritorno di fama
improvvisa ed inaspettata che due cremonesi portarono alla sua persona. Ci
mostrò la sua bella casa, arricchita degli innumerevoli quadri realizzati con
uno stile unico, tutto suo. Ricordo i dipinti come espressione di un’arte
particolare, nati in quella casa e per quella casa che ci apparì come un museo. Era un’arte influenzata da
trascorsi musicali importanti, caratterizzata da contatti intellettuali intensi
nella Radio Televisione Italiana e trasferiti in gran parte ad un fortunato
pubblico che doveva impegnarsi a realizzare il futuro: i bambini della scuola
elementare di Berceto.
Curà rappresenta per me l’intelligenza e la
cultura rurale, un bagaglio adoperato per raggiungere le proprie ambizioni con la consapevolezza che sarebbero divenute importanti solo se trasmesse alle giovani
leve: i bambini.
BIBLIOGRAFIA
Arturo Curà, 2011. Orsanti, Book Sprint Editore (II edizione).
Tacabanda e Orsanti (Me Pek e Barba)
https://www.youtube.com/watch?v=NEHT9nHBLcE
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